I cenci

“[…] Fu Pellegrino Artusi, toscano di adozione ma romagnolo di origine, a dare il nome a questo prodotto, usando il plurale di cencio, che significa straccio, ritaglio di stoffa, anche se in altre regioni i cenci erano noti con altri nomi: “galani”, che deriva da “gala”, termine spagnolo, che significa fiocco, “frappe o sfrappe” dal francese antico, “frape” che significa striscia di stoffa smerlata usata come guarnizione di abiti o tende.
L’uso della pasta dolce fritta sembra derivare dalle feste pagane dell’antica Roma e precisamente dai “Liberalia”, feste che cadevano il 17 marzo, in onore del dio Liber Pater, conosciuto come Bacco, patrono della fecondità e dei raccolti, nonché delle libagioni. Così i giovani divenuti maggiorenni vestivano la toga virile e per le strade sui fornelli portatili si vendevano focacce di farina e miele chiamate libae o frictilia fritte nel grasso di maiale.
Un’altra storia narra che tale nome “chiacchere” deriva da un episodio accaduto alla corte dei Savoia, poiché la regina dopo ore di chiacchere con le dame di corte chiese al cuoco Raffaele esposito di fare un dolce e questi preparò per l’appunto dei dolcetti fritti facili che chiamò “chiacchere”.

Ingredienti per 6 persone
Farina 200gr
Uova 2
Burro 60 gr
Zucchero 100 gr
Liquore cucchiai 3
Limone grattugiato qb
Sale qb
Zucchero vanigliato qb

Preparazione
Miscelare il burro con lo zucchero, aggiungere le uova, la buccia di limone o arancia, sale e finalmente la farina. Mescolare bene gli ingredienti  e lasciare riposare per un’ora.
Riprendere la pasta e con la macchinetta o a amano con il mattarello stenderla fino ad ottenere un altezza ci circa una moneta; tagliare strisce e losanghe (non importa che siano uguali) con la rotellina che forma la zigrinatura.
Friggere in olio fresco in padella profonda  a 180° per un minuto circa fino a che la pasta non si colora. Attenzione alla frittura: usare olio di oliva o olio di semi di girasole ad alto contenuto di acido oleico che è molto adatto per la sua composizione monoinsatura.  […].”
(Alissa Mattei, Maremma Magazine di marzo 2017)

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