I problemi dei pendolari anche durante Firenze Capitale

Testo di Roberto Di Ferdinando – Fonte: Storia & storie di Toscana

Con Firenze capitale, l’amministrazione della città dovette affrontare anche la questione (già allora) dei servizi pubblici, spesso non all’altezza delle esigenze dell’utenza costretta a viaggiare in mezzi molto affollati. Il ‘parco’ omnibus si componeva di 60 vetture, 160 cavalli e 48 cocchieri. Il costo del biglietto variava a seconda della distanza da percorrere, anche all’interno della città: 10 centesimo per andare da Piazza della Signoria a Piazza San Gallo (attuale piazza della Libertà), o da Porta a Prato a Porta Romana. E per le persone, che potevano permettersele, l’alternativa dei velocipedi per muoversi in città non era migliore, infatti, erano visti come un pericolo per i pedoni ed i mezzi pubblici,  tanto che i regolamenti comunali ne limitavano l’uso. L’utilizzo dei velocipedi era consentito solo nel parco delle Cascine ed inizialmente solo nelle ore in cui non c’era il passeggio. Solo successivamente, in seguito alle proteste dei cittadini amanti delle due ruote, fu autorizzata la circolazione alle Cascine fino alle due e in città solo fuori le mura.
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