Il Giardino Torrigiani

Testo di Roberto Di Ferdinando

Il Giardino Torrigiani, con i suoi sette ettari, è il più grande giardino privato, all’interno di una città, presente in Europa. Fu realizzato nello stile romantico tipico dell’Ottocento - qui esisteva già nei secoli precedenti un’ampia area botanica di proprietà della famiglia Torrigiani, chiamata il “Campuccio” (il giardino Torrigiani oggi è delimitato da viale Petrarca, via de’ Serragli e, appunto, via del Campuccio) - per volere di Pietro Guadagni, pronipote del cardinale Ludovico Maria Torriggiani l’ultimo discendente della nobile famiglia, che così divenne il nuovo marchese Pietro Torrigiani. I lavori del giardino si svolsero tra il 1802 ed il 1817, poi pian piano gli spazi si ampliarono raggiungendo i dieci ettari di superficie. Il progetto del parco è di Luigi Cambray Digny, a cui subentrò nella direzione dei lavori, l’architetto ed ingegnere Gaetano Baccani. Il giardino, all’inglese, è ricco di varie specie botaniche e di elementi simbolici che si rifanno all’Arcadia, ma anche alla Massoneria, di cui Pietro Torrigiani e Cambray Digny  facevano parte. Infatti, l’originario percorso all’interno del parco era un vero e proprio cammino di esplorazione intima ed evoluzione spirituale, che toccava trenta luoghi d’interesse (l'Ipogeo, la Grotta di Merlino, la Giostra coperta, il Giardino degli agrumi e dei fiori, la Cavallerizza, l'Arcadia, il Romitorio, il Gymnasium, la grande Torre, l'Uccelliera, la Limonaia, il Torrente col magnifico ponte). In origine l’ingresso era in via de’Serragli, ed il visitatore (l’apertura al pubblico è del 1824) era accolto da una statua di Osiride (dio dell’agricoltura, ma anche legato al culto dei morti ed al tema della resurrezione), tutt’oggi visibile, che sorregge delle tavole in cui sono indicate le antiche norme di comportamento da seguire all’interno del parco. Si entrava così nella parte battezzata “Giorno” con il gruppo scultoreo classico che raffigura Seneca con il giovane Pietro Torrigiani, opera di Pio Fedi, al centro di una grande aiuola circolare. Qui vicino anche la Grotta di Merlino, che rappresenta la forza interiore dell’uomo a cui tutti possono attingere per realizzare i propri sogni, l’anfiteatro ed il Gymnasium, il tempio dove i componenti della nobile famiglia ed i loro ospiti si cambiavano dopo essersi cimentati in varie attività ludico-sportive (pallone, il tiro con l'arco, con la pistola e con la carabina). Da qui, tramite un fitto bosco “sacro”, si accede alla zona della “Notte”, legato al tema della morte: il Romitorio, l’Ossario in stile egizio, per giungere alla Torre o Torrino (1821). Alla base di questa torre neogotica in origine era allestito uno spazio che rappresentava un forno crematorio: le ceneri dell’individuo, tramite la torre, ascendono al cielo, a simboleggiare così la risurrezione spirituale e della coscienza di chi ha iniziato il suo cammino verso la conoscenza, verso il risveglio. La torre fu progettata da Baccani, alta 22 metri, si trova su di una collina artificiale in modo da aumentarne lo slancio. La torre simboleggia anche la famiglia nobile fiorentina, che difatti nel suo stemma, ha appunto, una torre sormontata da tre stelle. La stessa torre è divisa in tre piani (il tre numero carico si simbologia spirituale è qui spesso evocato) con forme diverse (un piano a forma quadrata, uno ottagonale ed uno circolare) e collegati da una scala elicoidale in pietra. Fu realizzata anche una sedia meccanica che, attivata da particolari marchingegni, permetteva una sua rapida ascensione fino alla sommità. Ma il torrino ospitava anche una "specola" per l’osservazione astronomica, una biblioteca, una raccolta di strumenti astronomici, di armi e, sulla sommità, una terrazza scoperta per l'osservazione del cielo. Si narra anche che da questa terrazza il marchese Piero controllasse i movimenti della sua amante che abitava vicino al parco.
Oltre ad opere d’arte il giardino è ricco di specie botaniche. Nel 1839 fu redatto un inventario delle essenze in cui risultava che erano presenti 5.500 piante in vaso (ananas, camelie, rododendri, agrumi, ecc.) e oltre 13.000 piante in terra tra cui alberi da frutto, magnolie, pini e cipressi. Non a caso qui operò per molti anni anche il famoso botanico e micologo Pier Antonio Micheli, che è qui ricordato con una colonna marmorea, che fondò nel 1716 la Società Botanica Italiana.

Info: http://www.giardinotorrigiani.it/

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