Lina Cavalieri, la “più bella del mondo” e la sua morte misteriosa a Firenze


Testo di Roberto Di Ferdinando

“La massima testimonianza di Venere in Terra”, questa fu la dedica di Gabriele D’Annunzio  su una copia de Il Piacere che donò a Lina Cavalieri, il soprano e l’attrice che entrò nel Mito, definita agli inizi del Novecento la  “donna più bella del mondo”. Colei che ogni giorno riceveva dai suoi ammiratori 1.300 fiori, tra rose e orchidee, che ricevette 870 proposte di matrimonio e sette respinti si suicidarono, un duca siciliano giunse perfino a fingersi autista per due mesi per poterle starle accanto per poi desistere sconfortato: “è follia essere amato da voi, che non pensate e non vivete che per la vostra arte”. Infatti, nel cuore della Cavalieri sembrava che ci fosse spazio solo per l’arte, l’arte del canto, che difatti le aveva cambiato la vita.
Natalina (Lina) Cavalieri, nacque a Viterbo il 24 dicembre 1874, in una semplice famiglia, suo padre era un architetto marchigiano e la madre una casalinga viterbese, ma ben presto le condizioni economiche della famiglia Cavalieri naufragarono nella più profonda povertà, in quanto il padre aveva aggredito il suo datore di lavoro perché corteggiava la moglie. I Cavalieri decisero di abbandonare Viterbo per Roma, dove la giovanissima Natalina iniziò a dare una mano alla famiglia, come fioraia, sarta e piegatrice di giornali in una tipografia, ma contemporaneamente nutrendo passioni artistiche, in particolare per il canto, era solita infilarsi di nascosto nei teatri per ascoltare la musica. La madre notò la bella voce della figlia e le fece frequentare, gratuitamente, delle lezioni di canto dal maestro Arrigo Molfetta. E’ la svolta della vita per la giovane Natalina. Infatti, così inizia ad esibirsi in un povero teatro di piazza Navona, quindi al Teatro Orfeo e poi al Diocleziano, arrivano i primi contratti ed i primi successi. La sua presenza, il suo fascino, le sue doti canori la fanno diventare ben presto un personaggio. Roma inizia ad esserle stretta, decide di approdare nel regno italiano dei cafè-chantant, cioè Napoli. A 21 anni si esibisce al Salone Margherita, il massimo per una cantante del periodo, e famosa diventa la sua interpretazione di  Funiculì, Funicuà. Tale successo le apre le porte dei teatri d’Europa. A Parigi, trionfò alle Folies Bérgères cantando un repertorio di canzoni napoletane accompagnata da un’orchestra completamente femminile.
Lina Cavalieri (Ritratto di Giovanni Boldini)

Sul finire dell’Ottocento decide di trasformarsi in cantante lirica. Il 4 marzo 1900 debutta con La Bohème di Giacomo Puccini al Teatro San Carlo di Napoli. E’ il trampolino per la grande lirica negli Stati Uniti, dove la fama della sua bellezza l’anticipa. Siamo nel 1906. Il pubblico americano riempie i teatri per vederla più che ascoltarla. La sua straordinaria bellezza, l’eleganza del portamento, la sua sensualità e le acconciature sontuose la conducano ad incarnare il ruolo di assoluta Diva. Sottoscrive importanti contratti con la Metropolitan Opera Company e con la Manhattan Opera Company, e lavora insieme a Enrico Caruso e Francesco Tamagno. A New York, al Metropolitan Opera insieme ad Enrico Caruso interpreta la Fedora e dopo il bacio appassionato di scena tra i due cantanti, nasce il Mito, la stampa la definisce  “The kissing primadonna” (la primadonna che bacia).

Lina Cavalieri e Enrico Caruso - immagine tratta da:  www.tuttofinanza.it
Tanti i successi artistici che sembrarono non accompagnarsi a quelli sentimentali. Lina si sposò cinque  volte. La prima volta, a Pietroburgo, con il principe russo Alessandro Bariatinsky (1899), rimasero insieme per pochi mesi. Famosa la collana di smeraldi che il principe le regalò. Era talmente lunga, che nonostante fosse girata per tre volte al collo, ricadeva sempre abbondante sul suo ventre. La seconda, a Lisbona, con il re del Kazan, anche questo matrimonio finì presto  in seguito al rifiuto di Lina di rinunciare al canto e al teatro. Pare che il sovrano fosse disperato a tal punto che, sposata una sosia della Cavalieri, si diede all’alcool e morì a soli quarant’anni, dopo aver espresso la volontà di essere sepolto nella città preferita dalla sua Lina: Firenze.  La terza volta, nel 1907, a New York fu con il ricchissimo Bob Chanler, convinto anch’esso che le sue ricchezze l’avrebbero tenuto vicina a lui per sempre. Dopo una settimana di matrimonio, ed essersi fatta intestare alcune proprietà, Lina rientrò in Italia , gli altri due matrimoni furono con il tenore Luciano Muratore e con il pilota automobilistico Giuseppe Campari (1927).

Lina Cavalieri (immagine tratta da: http://www.pfgstyle.com/2013/04/salone-del-mobile-di-milano-i-cento.html )
Ma tanti furono i suoi amori: Trilussa che le dedicò alcuni versi (Fior d’orchidea/il bacio dato sulla bocca tua/lo paragono al bacio d’una dea), l’industriale Davide Campari, che per starle vicino convinse la sua famiglia che i suoi continui viaggi all’estero fossero invece solo per pubblicizzare il noto aperitivo di famiglia, Mattia Battistini, Tito Schipa ed anche Guglielmo Marconi.
Nel  1914, d’accordo con il marito decise l’addio alle scene liriche, ma un tale personaggio non poteva non far parlare ancora di sé ed ecco quindi dedicarsi alla carriera cinematografica che durò fino al 1920, interpretando 7 film ma senza lasciare un segno particolare. Così abbandonò definitivamente le scene artistiche per ritirarsi a Parigi, dove apre, sfruttando il suo nome e la fama delle sua bellezza, un istituto di bellezza che ebbe un notevole successo. Ancora alcuni anni, per poi rientrare in Italia e trasferirsi definitivamente, dopo un breve soggiorno a Rieti, nella città che amava di più: Firenze.
A Firenze la Cavalieri risedette nella zona di Poggio Imperiale, in una villa a metà di via Suor Maria Celeste. Faceva vita riservata, le rare volte che era notata la si vedeva a bordo della sua carrozza percorrere i viali o presso il Piazzale. Condusse questa vita di quasi totale isolamento fino alla sua morte, il 7 febbraio 1944. Lina Cavalieri morì la notte tra il 6 ed il 7 febbraio del 1944 a causa dell’esplosione della sua casa colpita da una bomba aerea Alleata. Si racconta (leggenda per caratterizzare ancor più il personaggio?) che la Cavalieri riuscì a scampare all’esplosione, scappando dalla casa in fiamme, ma poi rientrandovi, nel tentativo d recuperare una cassetta di suoi gioielli, mori nel crollo dell’abitazione. Più verosimile che la nostra Lina morì nel suo letto sorpresa dall’esplosione. Ma qui i misteri si infittiscono. Infatti, in quelle settimana Firenze e quella zona della città era stata bersaglio del cannoneggiamento tedesco, ma non di raid aerei Alleati. Non solo, in quella notte  caddero tre bombe aeree a Firenze e tutte e tre in quella zona, che non era ritenuta per niente strategica. Ecco quindi le varie versioni: bombe sganciate per sbaglio o per alleggerire il proprio carico da un aereo alleato in difficoltà oppure un bombardamento mirato per colpire la Cavalieriche aveva conoscenze e frequentazioni tra i gerarchi tedeschi a  Firenze? Ci fu anche chi avanzò l’ipotesi un po’ fantasiosa di un attentato partigiano per punire le sue frequentazioni tedesche.
RDF

Commenti

  1. A correzione e completamento di quanto ho scritto nel mio post:
    "Natalina Cavalieri (Roma, 25 dicembre 1874 Firenze, 7 febbraio 1944)
    Gabriele d’Annunzio le dedicò una copia del romanzo Il piacere (1899) definendola la massima testimonianza di Venere in Terra.
    Nel 1920 diede il suo addio alle scene dicendo:
    « mi ritiro dall’arte senza chiasso dopo una carriera forse troppo clamorosa. »
    La Cavalieri nasce a Roma e non a Viterbo dove per molti anni si è creduto, infatti nella sua autobiografia scrive: Sono nata a Roma il 25 dicembre di un anno che non ricordo Venni al mondo in una più che modesta viuzza del vecchio Trastevere (Le mie verità, Lina Cavalieri)"
    (Tratto da: http://www.neldeliriononeromaisola.it/?p=60366)
    RDF

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  2. Non furono purtroppo rari i bombardamenti a casaccio, soprattutto in periferia, effettuati per "smaltire" le bombe avanzate da altre missioni come ad esempio la strage del collegino di Colonnata a Sesto (morirono un prete e diversi bambini) o il bombardamento di San Lorenzo a Campi (diverse vittime)

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  3. La mia bellissima mamma, classe 1943, mi parlò del mito di Lina Cavalieri. Il famosissimo film "La donna più bella del mondo" interpretato dalla non meno bella Gina Lollobrigida, rievoca lo splendore di Lina e la sua personalità autonoma ed indipendente. Io che sono una donna giovane e brillante della mia generazione, non posso dimenticare la grazia femminile insieme alla sua coinvolgente sensualità, che non ha tempo.
    Gilda Manfredi
    presidente dell'Ass. Onlus Progetto Bambinopoli
    progetto.bambinopoli@libero.it
    gildamanfredi@libero.it
    blog: Progetto Bambinopoli Gilda Manfredi

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  4. La mia bellissima mamma, classe 1943, mi parlò del mito di Lina Cavalieri. Il famosissimo film "La donna più bella del mondo" interpretato dalla non meno bella Gina Lollobrigida, rievoca lo splendore di Lina e la sua personalità autonoma ed indipendente. Io che sono una donna giovane e brillante della mia generazione, non posso dimenticare la grazia femminile insieme alla sua coinvolgente sensualità, che non ha tempo.
    Gilda Manfredi
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  5. Dovrebbe correggere. Il giorno della morte della Cavalieri, ne prima e nemmeno dopo fino al 4 agosto 1944 I tedeschi cannoneggiarono Firenze. Inoltre a Poggio Imperiali c'era una caserma dell'esercito della repubblica sociale

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