La Centrale Termica di via delle Ghiacciaie, dove furono salvati i libri alluvionati della Biblioteca Nazionale

Testo di Roberto Di Ferdinando

Ho già parlato dal punto vista architettonico  e storico della Centrale termica e della cabina apparati della stazione di Firenze Santa Maria Novella, di via delle Ghiacciaie (si veda: http://curiositadifirenze.blogspot.it/2011/11/la-centrale-termica-delle-ferrovie.html).
Ma questo edificio nella sua storia svolse anche un’altra e importante funzione; infatti, qui furono raccolti e salvati numerosi volumi alluvionati della Biblioteca Nazionale di Firenze. Nei giorni appena successivi allo straripamento dell’Arno del 4 novembre 1966, i responsabili della Biblioteca, con l’aiuto dei generosi “angeli del fango”, decisero di inviare il materiale alluvionato presso tutte quelle strutture cittadine che avessero dispositivi per l’essiccazione, ad esempio un forno, affinché così arrestasse la decomposizione della carta dei libri. Una volta in via di recupero, su ogni volume “essiccato” fu aggiunta una cartoncino leggero su cui appuntata una segnatura a matita, una sorta di classificazione d’emergenza (erano sopra indicati: tipologia, il danno, lo stato di conservazione, il materiale, ecc..). Una volta asciugato, il materiale era raccolto in ceste ed inviato alla Centrale termica di Via delle Ghiacciaie, messa a disposizione per l’emergenza dalle Ferrovie dello Stato. Nella Centrale furono allestite delle vasche specifiche dove i libri erano quindi accuratamente lavati, dopo essere aperti  e sfascicolati, e quindi nuovamente essiccati. Il personale addetto a tale operazione si componeva di specialisti, ma anche di molti volontari, i quali erano alloggiati in sei vagoni ferroviari, fermi sui binari della vicina stazione di santa Maria Novella e messi sempre a disposizione dalle FF.SS.
RDF

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