L'uso della forchetta nasce a Firenze

Testo di Roberto Di Ferdinando

L’utilizzo della forchetta a tavola era già presente ai tempi degli antichi greci e dei romani, sebbene la maggior parte delle persone era solita usare solo le mani. Forchette o ditali (per non bruciarsi o sporcarsi le dita) erano in uso solo tra i nobili. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e le invasioni barbariche tale utensile da tavola perse fascino ed utilizzo tanto da scomparire quasi definitivamente. Riapparve in Europa, ed in particolare in Italia, solo intorno all’anno Mille  grazie alla principessa Maria Argyropoulaina, nipote di Costantino VIII, sposa del figlio Giovanni Orseolo, figlio del doge veneziano Pietro II Orseolo che la  introdusse a Venezia. Ma testimonianze certe del comune uso della forchetta si hanno proprio a Firenze, nello specifico nella famiglia dei Pucci, come rappresentato da Sandro Botticelli nel suo dipinto Nastagio degli Onesti commissionato come regalo di nozze da Lorenzo il Magnifico nel 1483. La forchetta tornò quindi di moda tra i nobili fiorentini ed in particolare alla corte dei Medici e proprio ad un’esponente della potente famiglia fiorentina si deve la moderna diffusione in Europa dell’elegante e igienico utensile: Caterina de’Medici. Caterina Maria Romula di Lorenzo de' Medici ( detta Caterina de' Medici “1519-1589”), fu regina consorte di Francia dal 1547 al 1559 come sposa di Enrico II e introdusse la forchetta alla corte francese, “era un vero spasso vederli mangiare, perché coloro che non erano abili come gli altri facevano cadere sul piatto, sulla tavola a terra, tanto quanto riuscivano a mettere in bocca” (corsivo tratto da Sette-Corriere della Sera).
Ovviamente la forchetta non poteva sottrarsi allo scontro tra guelfi e ghibellini. Infatti, le due fazioni la utilizzavano diversamente, per distinguersi e riconoscersi. I guelfi la poggiavano alla destra del piatto, i ghibellini, invece, la posavano orizzontalmente, nella parte alta e verso il centro della tavola.
RDF

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