Modi di dire: essere uscio e bottega

Testo e foto di Roberto Di Ferdinando

Le antiche botteghe fiorentine avevano una particolare struttura che si rifaceva a quelle dell’antica Roma. Nelle facciate dei palazzi, al piano terra, un’apertura ad arco sormontava il bancone che si trovava proprio sulla strada e separava il fuori dall’interno della bottega. Sul bancone, quindi direttamente sulla via, qui il cliente si soffermava per chiedere informazioni sulla merce che era venduta e sempre qui avvenivano le contrattazioni. E solo se il suo interesse era forte, se voleva togliersi gli ultimi dubbi sull’acquisto o se era un ricco nobile, gli era concesso di superare il bancone ed entrare nel locale dove era conservata la merce e dove si concludevano gli affari più importanti.
L’ingresso al negozio era di solito al lato sinistro del bancone (più raramente alla destra del bancone) od al centro (in questo caso vi erano due banconi). Da quest’ingresso si accedeva anche alla casa del venditore che spesso era situata dietro alla bottega ed aveva le finestre che si affacciavano sulle strade laterali. Da questo utilizzo doppio dell’ingresso trae origine il modo di dire: “uscio e bottega”.
Oggi a Firenze, in Borgo San Jacopo, è possibile osservare, a metà della strada, una vecchia bottega del periodo di Lorenzo il Magnifico, con i caratteristici arco e bancone, che adesso ospita al suo interno un negozio moderno (vedi foto sotto).
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Borgo San Jacopo, l'antica (e moderna) tipica bottega fiorentina

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