Il Giardino di Palazzo della Gherardesca

Testo e foto di Roberto Di Ferdinando

Il Giardino del Palazzo della Gherardesca è lo spazio verde privato più esteso in città (4,5 ettari). Esso è delimitato dal Viale Matteotti, Borgo Pinti, Via Capponi (da queste tre strade è possibile accedervi) e dalle corti interne dei palazzi di Via Giusti. Per molti anni rimasto chiuso, oggi il parco fa parte della proprietà del lussuosissimo albergo che è stato allestito nel Palazzo della Gherardesca (ingresso principale in Borgo Pinti, 99).
In origine in questi spazi vi erano orti privati che erano chiusi dalle mura che si distendevano dove oggi scorrono i viali di circonvallazione; l’Arte della Lana (l’associazione medievale dei lavoratori della lana) aveva proprio qui il loro orto, un vivaio e la ragnaia (un sistema di reti per la cattura degli insetti) ed anche  l’Ospedale degli Innocenti vi aveva un terreno coltivabile.
Successivamente questa zona fu in parte edificata. Bartolommeo Scala, uomo di corte e letterato, incaricò Giuliano da Sangallo di costruire un elegante palazzo-villa (1472-1480). Nel 1585 l’edificio ed il giardino furono acquistati dal cardinale Alessandro de’Medici, arcivescovo di Firenze e futuro Papa Leone X che ampliò ed abbellì il parco. Nel 1605, eletto Papa, Alessandro cedette la proprietà alla sorella Costanza che aveva sposato Ugo della Gherardesca, da quel momento il palazzo e il principesco giardino avrebbe preso il suo nome. Durante i lavori di Firenze Capitale, le mura furono abbattute e la parte lungo gli attuali viali fu chiusa con un muro e balaustre, il parco veniva così sottratto alla vista e vita della popolazione del quartiere. L’architetto Giuseppe Poggi, per rendere meno monotono quel muro, dotò il parco di un solenne ingresso, che si affaccia oggi su Piazza Donatello, costituito da un arco monumentale, una cancella alta e due più piccoli ingressi laterali. Nel 1880 la proprietà venne ceduta all'ex-Viceré d'Egitto Ismail Pascià, il quale però la cedette poco dopo per non aver ricevuto l'autorizzazione a sistemarvi il proprio harem. Passò quindi alla Società Strade Ferrate Meridionali e poi alla Società Metallurgica Italiana.
La sistemazione del parco è secondo la moda dell’Ottocento, sebbene nel 1940 il famoso architetto di giardini, Pietro Porcinai lo avesse un po’ ridisegnato, e l’ ultima sistemazione di alcuni anni fa ha recuperato il disegno del Porcinai:  un tempietto, vialetti, una vasca, colline artificiali e strutture decorative in stile neoclassico. Oltre a questi elementi architettonici il parco ospita una varietà estesa di alberi storici (145), tra cui una tuya gigante, sequoia e aceri, e fiori. Il giardino è visitabile se si fruiscono alcuni servizi dell’albergo (bar, ristorante e spa benessere).
RDF

Borgo Pinti, il Palazzo della Gherardesca
La lapide sulla facciata del palazzo che ricorda Bartolommeo Scala
Piazza Donatello, il monumentale ingresso al parco, opera di Giuseppe Poggi
targa all'ingresso di Piazza Donatello
targa all'ingresso di Piazza Donatello




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